IL PASSATO: specchio e ancora per le nostre future intenzioni


L’EDITORIALE – Carissimi redattori e amati lettori,


se di linea temporale si parla, molto spesso è il passato a offrire spunti, ricordi che furono e periodi gioiosi.

Ora, potremmo considerare il passato come un sacro scrigno di valori e di etiche morali che oramai non rappresentano più niente, ma, qui con voi, tenterò di immedesimarmi nelle menti dei più per trovare un filo rosso. Personalmente so di non essere esente da quel che dirò, perché forse si tratta solamente di ammettere l’errore di credersi unici. Unici siamo si, ma le somiglianze a volte possono essere le stesse.

Non importa chi ha ragione fra chi vive il presente, o preferisce ascoltare echi di vecchi valori o tradizioni, quello che conta è poter scegliere sapendo che possiamo fare entrambe le cose, perché alla fine saremo il passato di chi vivrà il presente domani

Vi ho lasciato così, e solo ora mi rendo conto che è un pensiero con una sua profondità.
Proprio per questo ho cercato dei simboli, delle convenzioni, immagini che nel tempo del mondo hanno acquisito un valore autonomo … essoterico per la precisione. Il suo opposto esoterico allude a una conoscenza per pochi, indi ora remando contro ho trovato due concetti comuni a tutti, due idee per ricordare sobriamente e costruire un futuro migliore: ‘Il passato come specchio’ e ‘Il passato come ancora’.

Cominciamo con lo specchio. Esso è un oggetto di uso comune, nei secoli solo le persone abbienti ne potevano usufruire e per regalo, cortesia, corredo o corteggiamento poteva essere usato dalle donne per abbellire la propria immagine. I pittori fiamminghi, gli attuali olandesi, avevano uno stile preciso, attento alle cromature dei colori e ai dettagli dei ricami che adornavano le vesti.
Inoltre erano soliti dipingere piccoli specchi che moltiplicavano lo stesso spazio magnificando la prospettiva.

1-Ritratto dei coniugi Arnolfini 1434 (Jan Van Eyck).

L’atto di specchiarsi oggi ha perso molto della sua funzione sociale, ma è importante allacciarsi al significato intrinseco: noi ci specchiamo per ritrovarci.
Se osserviamo quella superficie fredda e vitrea troviamo un viso quale è il nostro che assomiglia a quel che eravamo. Lo sguardo è cambiato, da arrogante a pacato, da superbo a saggio ma il taglio degli occhi rimane.

2-Dettaglio specchio della prospettiva riflessa.

Nel passato come specchio troviamo chi siamo stati con quei frammenti da cui vivremo ancora.

L’ancora. Usata per fermare le navi o piccole imbarcazioni serviva sia per misurare la profondità dei fondali che per fermarsi al sicuro dalle grandi intemperie. L’ancora per molte persone ha avuto una particolare simbologia, oggi visibile nei tatuaggi, essa può significare appartenenza, ma andando più a ritroso è collegabile a visioni personali che ognuno nel suo intimo possiede.
Nella psicologia moderna, l’ancora è sinonimo di ricordo per rivivificare un dolore e superare un trauma. Quello che viene chiamato ‘Ancoraggio’ o ‘Tecnica delle ancore’ serve, tramite un colore, un suono, un sapore o un’immagine, ad affrontare un passato che ha lasciato vive cicatrici nei percorsi individuali.
L’ancora dà stabilità e ferma il mezzo di trasporto, ma il punto di ancoraggio non deve essere un porto sicuro, perché in mezzo al mare è bene stare per il tempo necessario.

Il passato come ancora va usato per ricordare dove siamo stati e da lì capire come andare avanti.

Piccoli esempi per metafore umane, dove tutti di fondo cambiamo e il passato può essere la credenza di un mondo antico e puro, sporcato da inattese convenzioni.
Oppure costellazione di molti insuccessi dove le insicurezze vengono annullate col tempo.

Guardiamoci dal passato e nel passato, perché non siamo completamente diversi da quel che eravamo ma non è neanche corretto stagnare in vecchie condizioni. Come il futuro è incerto, il passato è andato, e il presente necessita di serietà, mista a una sana leggerezza per aumentare le probabilità di cambiare come meglio vorremmo.

A noi la scelta, perché in fondo il tempo può essere il contenitore più vuoto e inutile in cui mettere i sogni di altri. Ordunque, vi lascio un monito che per molti ha valore, una mia frase, un mio lascito che onora quelli che se ne sono andati, le persone che hanno oltrepassato questa vita, lasciando eredi come progenitori di altre famiglie che andranno oltre il tempo, perché se è vero che un accadimento esiste solo per come lo si vive veramente, alla base, in ogni causa dei tragitti per arrivare ai cuori delle persone v’è solo una parola … affetto.

In Sinceris Affectiones est Reale Mundi,
tradotto dal latino << … negli affetti sinceri c’è il mondo reale … >>.

di Paolo Cavaleri

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